Il punto sulla Serie C (di Nicolò Schira)
Con la stucchevole coda dei ricorsi terminata (alzi la mano chi credeva che il CONI potesse ribaltare i verdetti di Covisoc&Figc ? Ecco bravi: nessuno !) è il caso di pensare al futuro. Siamo consci che tra un anno saremo qui a raccontare l’ennesima estate torrida del calcio italiano in terza serie: con 3-4 società come minimo a rischio default. Inutile farsi strane illusioni, il film si ripete ciclicamente sugli schermi della Lega Pro ogni estate.
È oggettivo che il sistema calcistico italiano non regga 100 club professionistici: che fare allora ? Personalmente sono concorde con la riduzione delle squadre in terza Serie, passando dalle attuali 60 a 40 partecipanti. Senza però riforme cervellotiche, ma con semplicità. D’altronde sarebbe bastato bloccare ripescaggi e riammissioni nell’ultimo triennio per essere a un passo da quota 40. Senza stravolgimenti di format. Ecco perché mi auspico che le parole del presidente della FIGC Gabriele Gravina siano frutto di un colpo di sole estivo e non di una reale convinzione. Così si è espresso nei giorni scorsi il numero uno del nostro calcio:
“Tre livelli di professionismo non sono più sostenibili. Ho proposto fusione tra la B e la C dal 2024-25, mentre dal 2022-2023 ci sarà una C Elite e un D Elite".
A novembre si svolgerà un'Assemblea straordinaria della Figc per aggiornare lo Statuto e il progetto, sviluppato su più annualità, prevede la creazione, a partire dalla stagione 2022/23, di una C Elite e di una D Elite, ma torniamo al tema fusione tra B e C. Sarebbe preoccupante e un pizzico folle allargare la cadetteria a 40 squadre con due gironi stile basket azzerando la Serie C. Cui prodest dicevano i latini. Eh già: si rischierebbe di fare una doppia frittatona, di quelle impossibili da digerire. Il torneo cadetto già catalizza poco l’attenzione mediatica con 20 squadre, figuriamoci a 40 con il doppio delle gare ogni settimana. Una ammucchiata. Meglio un torneo cuscinetto, la vecchia C2 per intenderci o se preferite la Serie D d’élite, tra i professionisti e i Dilettanti. Non siamo nel remake in versione Serie C del film “Come ammazzare il capo e vivere felici”. Ci manca solo di assistere alla sparizione di un’intera categoria.
Salvate la Lega Pro e non fate sparire la terza Serie ! Lo gridiamo con forza e altrettanta convinzione. Questa categoria merita rispetto: qui sono nate parecchie innovazioni virtuose e brillanti. Su tutte i playoff e Playout poi cooptati anche al piano di sopra. Piuttosto si cambino le regole per non assistere più a pasticciacci regolamentari e si inseriscano pene più aspre per chi sbaglia (ci sono presidenti e dirigenti che falliscono in una città e due anni dopo riappaiono al timone di un altro club...). Con regole rigidissime legate ad iscrizioni e fideiussioni per non rivivere più i casi Modena, Pro Piacenza e Trapani degli ultimi anni (come hanno fatto ad iscriversi ?). Siamo stufi di vedere calendari con le X e gironi a numero dispari già a novembre. Ogni stagione parte con squadre in classifica che hanno già punti di penalità ancor prima del calcio d’inizio della prima giornata. Non è possibile. Sono queste le riforme e i cambiamenti necessari, non la cancellazione di una categoria storica e che ha dato tanto al nostro calcio. Basti pensare a quanti ragazzi tra i Campioni d’Europa 2021 e del Mondo 2006 devono la loro crescita/ascesa alla terza Serie...
Nicolò Schira
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