Il punto sulla Serie C (di Marco Pieracci)
Per la Serie C non è mai troppo tardi. Lunedì 9 agosto è arrivato il giorno tanto atteso dei gironi e dei calendari.
A meno di tre settimane dalla partenza del campionato, si è consumato l’atto formale che segna l’inizio della nuova stagione. Con tante novità interessanti in cantiere, ma anche un fastidioso fardello ereditato dalla precedente annata: quella X nel girone B che, fino a domani, mercoledì, quando arriverà la pronuncia del Collegio di Garanzia del Coni sul ricorso presentato dal Fano, resterà tale. I marchigiani sperano in un colpo di coda per soffiare l’ultima casella rimasta libera alla Pistoiese. A prescindere da quello che sarà il verdetto, la sostanza non cambierà.
Nel direttivo di ieri Ghirelli ha manifestato il desiderio di abolire definitivamente ripescaggi e riammissioni. Una proposta da sottoscrivere, senza se e senza ma, se non altro per porre fine una volta per tutte alla solita coda infinita di ricorsi e controricorsi alla quale assistiamo puntualmente ogni estate. Quasi un paradosso in tempi come quelli attuali nei quali ci si accapiglia per una riforma della giustizia che renda la macchina più snella e meno ingolfata di istanze sulle quali con tutto il rispetto si potrebbe tranquillamente sorvolare.
Dando una prima occhiata alla nuova suddivisione geografica con taglio orizzontale, basata essenzialmente su blasone dei club, impressioni ricavate dai primi test e da un calciomercato ancora in piena evoluzione, emerge una competitività sempre maggiore e probabilmente meglio ripartita tra i tre raggruppamenti. Difficile dire a bocce ferme quale sia il girone più duro, ma il rimescolamento che ha riguardato soprattutto i gironi A e B sembra aver generato un livellamento verso l’alto. Diverso il discorso per il girone C, solo sfiorato dal cambio di criterio, nel quale equilibri e rapporti di forza sono rimasti quasi inalterati. La campagna acquisti aggressiva del Catanzaro, corroborata dalla sorprendente qualificazione al primo turno di Coppa Italia, ottenuta a spese del neopromosso Como, sono una dichiarazione di guerra per il Bari, atteso al varco dopo gli ultimi due assalti falliti malamente e le altre big storiche, Avellino su tutte.
La Toscana, uscita dalla porta dopo le retrocessioni in massa, è rientrata dalla finestra traslocando nel girone B. Grazie ai ripescaggi certi di Lucchese, Siena e quello sub iudice della Pistoiese, il Granducato è riuscito a mantenere lo stesso numero di squadre partecipanti (7) ai nastri di partenza di un torneo che partendo dalla riviera ligure rappresentata dal ritorno della Virtus Entella si snoderà sulla Via Emilia con Modena e Reggiana in prima fila e spostandosi un po’ più a est, sulla costa Adriatica dove il Pescara non nasconde le ambizioni di risalita immediata senza trascurare la curiosità intorno al nuovo Ancona-Matelica.
E poi c’è il girone A dove spira forte il vento del Nord: dalla Bora di Trieste alla grande fame di riscatto riscatto del Padova che vuole mettersi alle spalle la bruciante delusione della B sfumata ai calci di rigore, passando per la solita mina vacante Juventus U23 e per Sudtirol e Renate, ormai due presenze fisse nelle zone alte della classifica senza dimenticare la nutrita pattuglia di formazioni lombarde guidate dal modello AlbinoLeffe, pronta a inaugurare lo stadio di proprietà. A proposito, la riapertura, seppur al 50% degli impianti, accontenta solo a metà le richieste avanzate dalla FIGC, ma è comunque un altro passo incoraggiante nel faticoso percorso condiviso verso quella normalità che tanto ci manca.
Marco Pieracci
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