La storia del Novara Calcio (la Foot-Ball Associazione Novara nella stagione 1927-28)

Dal 4 febbraio 2024, ogni domenica, Tuttonovara pubblica la storia del Novara Calcio a partire dalle origini (dal 1881)
05.05.2024 12:00 di  Roberto Krengli  Twitter:    vedi letture
Fonte: it.wikipedia.org
La storia del Novara Calcio (la Foot-Ball Associazione Novara nella stagione 1927-28)

Raccogliamo qui le informazioni riguardanti la Foot-Ball Associazione Novara nelle competizioni ufficiali della stagione 1927-28.

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Presidente: ?????

Allenatore: ?????

Stadio: Campo di via Lombroso

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La stagione

La Foot-Ball Associazione Novara gioca nella Divisione Nazionale 1927-28 che è la 28ª edizione della massima serie del campionato italiano di calcio.

Il torneo è organizzato dal Direttorio Divisioni Superiori, si disputa tra il 25 settembre 1927 e il 22 luglio 1928 e si conclude con la vittoria del Torino, al suo primo titolo.

Una seconda chance per il Sud

L'anno precedente, il primo impatto delle formazioni del Mezzogiorno con il nuovo campionato italiano unificato aveva avuto esiti disarmanti, poiché le tre rappresentanti laziali e campane avevano terminato il torneo in zona retrocessione; secondo il regolamento, nel 1927 la nuova edizione della Divisione Nazionale dovrebbe prendere il via con una sola società proveniente da regioni al di sotto della Toscana, e cioè la Lazio, fresca neopromossa in quanto vincitrice del Gruppo Sud della Prima Divisione cadetta. Né la FIGC, né il Governo fascista si mostrano pronti ad accettare tale scenario, che gravemente inficierebbe il proposito di estendere all'intera Penisola il torneo d'élite del movimento calcistico italiano.

Come se la precedente annata fosse stata una sorta di prova generale, la Federazione decide di riprovare ad avere una triplice rappresentanza meridionale nel massimo campionato ripescando le società retrocesse. Questa volta si vogliono avere però garanzie che tali sodalizi siano in grado di stare in piedi con le proprie gambe: per quanto riguarda il Napoli, il presidente uscente Giorgio Ascarelli dà ampie rassicurazioni su un deciso attivismo della società partenopea nel calciomercato estivo. Nella Capitale, la promozione della Lazio, assicurando una rappresentanza capitolina in uno dei due gironi del torneo dà la possibilità che nell'altro raggruppamento Alba Audace e Fortitudo uniscano le forze insieme al cadetto Roman, in un nuovo unico sodalizio che difenda il nome della Città Eterna: sotto la regia di Italo Foschi nasce così l'Associazione Sportiva Roma.

Ma la progressiva espansione della Divisione Nazionale sull'intero territorio italiano non è perseguibile solamente ripescando le squadre del Sud. Per coinvolgere il maggior numero di città nel massimo torneo, è pure necessario che un singolo centro urbano non occupi troppi posti nell'organigramma del campionato con proprie plurime società: è questo il caso di Genova che, unica, ha ben tre formazioni nella massima serie. Intoccabile per blasone, tifoseria e palmarès il Genoa. Il 2 luglio le autorità fasciste decidono d'imperio che l'antica Andrea Doria e la più recente Sampierdarenese debbano fondersi allo scopo di formare una nuova società in maglia neroverde, La Dominante, antenata della moderna Sampdoria. Nell'organigramma del torneo il posto liberato da questa fusione viene così occupato dalla ripescata Cremonese.

Formula

Due gironi interregionali da 11 squadre ciascuno, di cui le prime quattro classificate accedono alla fase finale, mentre le ultime tre vengono retrocesse. Lo scudetto viene assegnato alla vincitrice del raggruppamento finale composto da 8 squadre.

Avvenimenti

Forse ancora appagati dalla vittoria dell'anno precedente, i campioni in carica del Torino non partono bene; è forse, e paradossalmente, lo scoppio del caso Allemandi, con conseguente revoca dello scudetto vinto pochi mesi prima, a dare ai granata la spinta a riconquistare ciò che, a loro avviso ingiustamente, è stato loro tolto. Il Toro riprende il volo e, sospinto dalle valanghe di gol del Trio delle meraviglie composto da Julio Libonatti, Adolfo Baloncieri e Gino Rossetti, inanella una serie di strepitose vittorie che gli consentono di concludere la prima fase in testa alla classifica del proprio girone. Gli altri tre posti disponibili per il girone finale sono occupati senza problemi dalle blasonate Genoa e Milan, e da un'Alessandria sempre insidiosa in quell'epoca. Non trova invece spazio l'ormai decaduta Pro Vercelli, la cui antica gloria non le permette che di ottenere qualche risultato di prestigio destinato a rimanere, tuttavia, un caso isolato.

Anche nell'altro raggruppamento le sorprese scarseggiano: a primeggiare è la forza del momento in quel periodo, cioè il Bologna, seguito a breve distanza da Juventus, Casale e Inter. In pratica, a conti fatti, l'esito dei due gironi è una fotocopia di quello dell'anno prima, con le stesse otto squadre a primeggiare nelle posizioni di vertice.

Interessante notare come la scommessa della Federazione di riportare nel massimo campionato le rappresentanti del Sud viene abbastanza ripagata: la Roma riesce a salvarsi sul campo, certamente non senza difficoltà, ma neanche con eccessivi patemi d'animo: battendo all'ultima giornata un Inter senza motivazioni (perché già qualificata alle Finali per il titolo) per 3-0, i capitolini riescono a conquistare la salvezza. La debolezza del Meridione è comunque riprovata dall'affondamento del Napoli e della Lazio, che non riescono ad evitare di concludere l'annata nella zona rossa della classifica, pur scansando il posto da fanalino di coda; il Napoli paga in particolare il pessimo rendimento nel girone d'andata, chiuso all'ultimo posto con 4 punti, e non basta il netto miglioramento nel girone di ritorno (11 punti in 9 partite, con vittorie sulle blasonate Genoa e Pro Vercelli) per scansare la retrocessione: all'ultima giornata di campionato i partenopei perdono contro il Torino per 11-0, sconfitta che, unita alla contemporanea vittoria del Padova diretto concorrente per la salvezza, li condanna al terzultimo posto e alla retrocessione. Peraltro, i sommovimenti dell'estate 1927 non portano bene neppure a più alte latitudini, dato che nella relegazione capitò anche la neonata La Dominante, cui i dissidi interni tra le componenti originarie compromettono gli sforzi della squadra per ottenere la salvezza. Tuttavia, tutti questi discorsi sono destinati a rimanere sulla carta poiché già due settimane dopo la conclusione delle eliminatorie, il 18 marzo, in occasione della disputa della seconda giornata delle finali, la FIGC emana un decreto che stabilisce:

«...nella stagione 1929-30 avremo in Divisione Nazionale 32 squadre delle quali 16 parteciperanno alla Serie A e 16 alla Serie B... Questo sistema in sostanza porta a quel girone unico da tanto tempo atteso, mentre crea tra la massima categoria e la Prima Divisione un utile cuscinetto. Nella stagione 1928-29 si avrà invece un campionato di transizione: verrà giocato su due gironi di 12 squadre ciascuno, cioè le attuali meno l'Hellas e la Reggiana, oltre ovviamente alle vincenti dei quattro gironi della Prima Divisione. Le prime quattro classificate di ogni girone (totale 8 squadre) disputeranno un girone finale per il titolo di campione d'Italia 1928-1929, mentre le 16 escluse disputeranno la Coppa CONI. Le prime quattro classificate di ogni girone della Coppa CONI (totale 8 squadre) andranno per la stagione 1929-30 a completare la Serie A con le otto finaliste, mentre le ultime quattro classificate di ogni girone, più le prime due classificate di ogni girone di Prima Divisione (totale 16 squadre) formeranno la Serie B della Divisione Nazionale.»

(Deliberazione della FIGC riportato da La Stampa del 19 marzo 1928, p. 2.)

Con tale deliberazione viene stabilito dunque il ripescaggio delle terzultime e penultime classificate, che sono ammesse al campionato di transizione 1928-29 a 24 squadre, sul modello della vecchia Lega Nord, che porta alla creazione della Serie A e della Serie B a girone unico. Dunque la retrocessione virtuale di Napoli, Lazio, Livorno e Dominante dura solo due settimane, venendo le quattro formazioni riammesse addirittura a fine marzo, prima dell'inizio della Coppa CONI, torneo di consolazione per le escluse dal girone finale. Non si può dire lo stesso per Verona e Reggiana, che, avendo terminato all'ultimo posto le eliminatorie, dovrebbero retrocedere comunque in Prima Divisione. Tuttavia, anche per loro, a fine giugno, arriva il ripescaggio. In un comunicato del 28 giugno il Direttorio Divisioni Superiori delibera infatti:

«Nella prossima stagione al campionato di Divisione Nazionale parteciperanno 32 squadre, che giuocheranno in due gironi di 16 ciascuna... Le iscrizioni si chiuderanno il prossimo 10 luglio. In base alle medesime pervenute, il Direttorio Federale stabilirà i gironi fissando di conseguenza le varie squadre da promuovere. Tuttavia possiamo finora comunicarvi che in Divisione Nazionale entreranno otto squadre più delle previste seguendo nella scelta criteri politici oltre che sportivi. Oltre alle 24 che già hanno diritto, andranno dunque nella massima categoria le seguenti squadre: Hellas, Reggiana, Triestina (indipendentemente quest'ultima dal posto che occupa in classifica, ma in omaggio agli altri titoli della nobilissima Trieste), la Fiorentina, il Legnano, la Milanese, la Venezia e la Prato, tenendo per questa in conto che la cittadina toscana ha ben 155 giuocatori tesserati...»

(Deliberazione della FIGC riportato da La Stampa del 29 giugno 1928, p. 5.)

Come accaduto per i gironi d'apertura, anche la fase finale del campionato è una sorta di replica del precedente torneo annullato per il Caso Allemandi. Il Torino riprende subito il comando della classifica. I gol dell'oriundo Libonatti e di Rossetti, e le parate di Vincenzo Bosia, permttono ai granata di mantenersi in costante vantaggio sul folto ed equilibrato gruppo delle inseguitrici, in cui le squadre cambiano continuamente fra loro la posizione in graduatoria. Unico vaso di coccio è il Casale, schiacciato dalla forza delle squadre metropolitane.

Interrotto dopo le gare di andata per permettere la partecipazione della Nazionale italiana di calcio alle Olimpiadi di Amsterdam dove viene colta la medaglia di bronzo, il girone finale riprende con le gare di ritorno in piena estate. Alla penultima giornata vi è lo scontro diretto per il titolo tra Torino (16 punti) e Genoa (15), vinto nettamente dai piemontesi. Alla fine l'ultima ad arrendersi alla fuga torinista è l'Alessandria, in cui militano due giovani molto promettenti, la mezzala Giovanni Ferrari e il mediano Luigi Bertolini; i mandrogni si aggiudicano lo scontro diretto pareggiando al Filadelfia e vincendo in casa, ma nel confronto indiretto perdono preziosi punti per strada, forse per inesperienza, andando ad esempio a perdere nettamente il derby sul campo del malconcio Casale. Così il 22 luglio all'ultima giornata i granata vanno a San Siro a prendersi l'unico punto che mancava al loro trionfo, mentre il Genoa battendo l'Alessandria finisce al secondo posto.

Il Torino riconquista così subito quello scudetto che nel corso della stagione, tra mille polemiche e recriminazioni, gli è stato tolto.

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Per la Divisione Nazionale 1927-1928 il Novara è incluso nel girone B. Il girone è vinto dal Bologna, il Novara chiude al 6º posto.

Al girone B partecipano: Bologna di Bologna (Stadio del Littoriale), Casale di Casale Monferrato (Stadio Natale Palli), Inter di Milano (Campo di via Goldoni), Juventus di Torino (Stadio di Corso Marsiglia), La Dominante di Genova (Stadio del Littorio), Livorno di Livorno (Campo di Villa Chayes), Modena di Modena (Campo di viale Fontanelli), Novara di Novara (Campo di via Lombroso), Pro Patria di Busto Arsizio (Stadio di corso XX Settembre), Roma di Roma (Motovelodromo Appio), Verona di Verona (Campo di Borgo Venezia).

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La rosa

Portieri: Candido De Giovanni

Difensori: Aldo Bonenti, Riccardo Rabaglio

Centrocampisti: Angelo Bonelli, Raffaele D'Aquino, Mario Meneghetti, Alberto Pagliarini, Giovanni Pestarini, Piero Ragaglia

Attaccanti: Carlo Crotti, A. Ferraris, Carlo Gianelli, Giuseppe Grabbi, Adamo Roggia, Achille Rosina, Giuseppe Ruffina, Secondo Tessiora, AIgnazio Testa,Celso Zanni

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